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TRA CRISI INDUSTRIALE E RESILIENZA IMPRENDITORIALE


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© Polaris

Nel novembre 1968 una tragica alluvione causò distruzione e morte e se anche non pose la parola fine allo sviluppo industriale, soprattutto grazie alla determinazione di imprenditori e operai nel ricostruire e riattivare le fabbriche, aprì la sequenza di periodiche crisi di settore che nei successivi decenni contrassero drasticamente la produzione e l’occupazione in ambito laniero con la chiusura di molti stabilimenti. Si è innescato così un processo di ripiegamento, comune del resto a molte altre aree europee, fatto di contrazione demografica, abbandono dei paesi, invecchiamento della popolazione, inaridirsi della vita comunitaria. Tuttavia la deindustrializzazione non ha sradicato l’attività tessile dal territorio: grazie soprattutto alla resilienza di imprenditori e forza lavoro, sopravvivono e anzi acquistano sempre più valore aziende che hanno investito sulla qualità, sull’eccellenza dei processi e dei prodotti, sulla sostenibilità energetica e ambientale, costituendo così i fiori all’occhiello di un territorio che tiene saldamente i contatti con la propria tradizione tessile ma sa guardare all’oggi e al domani con pragmatismo e responsabilità.

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